Questo mese, in tre diversi articoli, tratteremo il tema della pianta di cannabis, con la sua storia, i vari utilizzi e le relative regolamentazioni.
Senza entrare nelle specifiche delle due classificazioni, la pianta di cannabis è storicamente riconosciuta e utilizzata anche per la sua capacità terapeutica, per farvi un esempio, nel nostro paese fino al 1938 era contenuta in grandissima parte dei farmaci di uso comune oltre ad essere utilizzata per costruzioni, vestiti e materiali di diversa tipologia, per esempio nella nautica o nelle automobili, forse ricordate la macchina della Ford con la struttura interna e la scocca di canapa, cannabis sativa.
Tra l’altro, è importante ricordare che non solo l’infiorescenza possiede capacità curative, ma anche i semi e le lavorazioni derivate da essi sono ottimi per quanto riguarda l’utilizzo dermatologico e alimentare. Oggigiorno, la maggior parte degli usi che facciamo della cannabis, si basano sui due attivi principali THC e CBD. Ognuno di questi attivi, è composto da un insieme di altre molecole che nell’ultimo periodo, finalmente, iniziano a essere studiate e a mostrare anche maggiori potenzialità, rispetto agli ormai conosciuti THC e CBD.
All’inizio, si pensava che l’unica molecola realmente funzionante fosse il THC, che in effetti è l’elemento base dei farmaci per la sclerosi multipla, Alzheimer o problematiche di livello neurodegenerativo e possiede ottime capacità lenitive del dolore. Per tanto tempo, la pianta di cannabis è stata messa al bando ed inserita tra le sostanze proibite dalla legge, precludendo la possibilità di analizzarla approfonditamente.
Negli ultimi anni però, tornando ad essere utilizzata in maniera importante nel mondo medico, la si è potuta analizzare in modo scientifico più ad ampio spettro, e si è riscontrato che anche il CBD ha effetti sulla circolazione e svolge un’importante azione antinfiammatoria. Molti dei recettori del nostro corpo, infatti, si attivano grazie alle molecole della cannabis, i recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide del corpo umano, per esempio, sono particolarmente sensibili all’insieme di attivi del CBD che svolgono una funzione preponderante nella terapia del dolore (artrosi, dolori muscolari, dolore neuropatico).
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